ANTICOVID-20

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Shpërndaj:

Arlinda Çausholli

Oggi non sono in quarantena. Attualmente l’aeroporto lavora con capacità ridotta, perché i voli si sono dimezzati alla velocità con cui il coronavirus si moltiplicava in Europa. Sto quindi scrivendo dal mio ufficio, dove invece del rumore degli aerei, sento i cinguettii degli uccellini e respiro il soffio puro del tempo sospeso. I pensieri sono luminosi, ed è ciò che conta…

Il dolore più grande pulsa in Italia, in questi giorni in cui i messaggi con i miei amici albanesi e italiani hanno attraversato il mare più e più volte. Sempre virtualmente. Si parla dai balconi. I balconi e le finestre sono diventate ormai la soglia di casa di ognuno. Un segnale che il cambiamento inizia da casa.

Ho letto diari di personaggi famosi e di perfetti sconosciuti, pagine disgregate che fluttuano dall’ironia, all’amarezza, agli scherzi, alla filosofia.

È forse questa la terza guerra mondiale. Combattuta senza armi, senza rumore. Sotto un unico tetto e sotto una paura comune. Non credo ci sia lotta più sfiancante di quella conto l’ignoto e l’invisibile, anche se i suoi risultati saranno geopoliticamente riconoscibili e le relazioni tra gli stati avranno una dimensione diversa. Partendo qualcuno dallo zero e qualcuno da meno ancora. Intuisco da che parte potrà pendere il segno positivo.

E le persone? Come si sono sentite? Uguali?Chi in una villa e chi in 50 metri quadrati, l’isolamento imposto è lo stesso. Penso se la cavi meglio chi gode di più armonia e affetto in famiglia, l’unico antivirus per evitare che della vita non ci si annoi mai e per infliggere alla paura una sconfitta schiacciante. Quante versano in tali condizioni? Molte, spero. Tante da  essere in grado di testimoniarlo e di trasmetterlo agli altri perché è indispensabile. Ma non solo loro.

A porte chiuse, oggi vince colui la cui anima è abitata dall’umanità, che ha lavorato sulla propria apertura, fino a non provare paura ma di raggiungere la saggezza per difendere se stesso e gli altri.

L’Italia si risolleverà, perché sarà la sua essenza a salvarla, quella di un paese dalla storia e dalla bellezza senza pari al mondo! Ho sempre pensato all’Italia come il nocciolo di un avocado… solido, tenace e rotondo alla perfezione. Esternamente, un po’ simile a noi. Molle sulle punte e asimmetrica in mezzo. 

E noi ce la faremo. Riusciremo a scavare più in fondo in noi stessi, tanto da capire che abbiamo corso con la presunzione dell’uomo che pensa che l’intero mondo sia suo. No. Il mondo è nostro.

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